21:00 ORARIO SPETTACOLO
Party Girl è un’indagine sul concetto di corpo femminile come oggetto del desiderio individuando l’essenza stessa del desiderio nella figura della prostituta. Immagine quasi archetipica che rappresenta la morte sotto la maschera della vita e che pertanto ha il significato stesso dell’erotismo definito come il luogo in cui morte e vita si confondono.
Da un punto di vista più strettamente coreografico, la ricerca sul movimento ha trovato espressione nell’individuazione di qualità che potessero rappresentare metaforicamente il processo di oggettivazione del corpo femminile. A partire da posture e movimenti capaci di innescare il desiderio nell’immaginario collettivo, le tre danzatrici costruiscono una danza minimale, un alfabeto stilizzato, rallentato, sospeso. La componente sensuale ed erotica viene completamente annullata da un corpo che man mano perde vita, si fa oggetto, manichino.
Il processo di oggettivazione è acuito da una voce fuori campo, che attraverso comandi impartiti alle danzatrici, modella in tempo reale la struttura della performance. L’apparente rapporto di dominio è di fatto una relazione molto più articolata, ambivalente, così come è ambivalente la relazione cliente-
sexworker. “Non c’è un’unica fonte di potere nella prostituzione, questa può essere appropriata e mantenuta dal cliente o dalla prostituta”. La dialettica di assoggettamento e soggettivazione è sottile, mobile.
Lo sguardo delle danzatrici riporta ad una dimensione intima, alla dimensione di una performance one to one in cui il pubblico viene posto in uno stato quasi voyeuristico. Lo sguardo della spogliarellista, della hooker, che solitamente si protende verso l’esterno per rivolgersi e arrestare il cliente con l’ambizione di un guadagno monetario, in Party Girl si connota di una sfumatura intimista ed apre le porte verso un mondo interiore, umano, che si contrappone all’apparente disumanizzazione che il corpo sta subendo.
In scena tre televisori: reperti abbandonati che trasmettono video di paesaggi, strade, night club, appartamenti privati, luoghi di frontiera in cui tutto ciò che non è ‘lecito’ può trovare spazio.
regia e coreografia Francesco Marilungo
con Alice Raffaeli, Roberta Racis, Barbara Novati
luci e spazio Gianni Staropoli
video Gianmaria Borzillo, Francesco Marilungo
costumi Efisio Marras
produzione Körper in coproduzione con Teatro delle Moire/Danae Festival, Festival MilanOltre