DITEGLI SEMPRE DI SÌ
lunedì 11 e martedì 12 novembre
di Eduardo De Filippo
regia Domenico Pinelli
con Mario Autore, Anna Ferraioli Ravel, Domenico Pinelli
Eduardo scrive Ditegli sempre di sì (tolo originale “Chill’è pazzo!”) nel 1927 per la compagnia del fratellastro Vincenzo Scarpetta. Solo nel 1932 il drammaturgo, in occasione della nuova messa in scena affiancato dai fratelli, decide di modificare il testo riducendo il numero dei personaggi e rivedendo l’intreccio della storia.
La pazzia che assume il ruolo centrale in questa vicenda costituisce uno dei topoi più efficaci della letteratura, come del teatro in funzione anche, e soprattutto, di espediente sia comico che tragico. In Ditegli sempre di sì la pazzia è il vero motore comico. Lo stesso autore, nel prologo della versione televisiva registrata nel 1962, esordisce così: “Eccomi a voi. Non c’è filosofia nella farsa che recito stasera, ma un personaggio della vita vera, un tal dei tali affetto da follia”. Eppure, continua, “allora è un dramma, mi direte voi, io vi rispondo ‘è una tragedia nera, ma non è nostra’. E la tragedia vera diventa farsa se non tocca a noi. Divertitevi dunque, riflettendo che ognuno può trovarselo davanti un vero matto, e accade a tutti quanti di commuoversi e ridere piangendo”.
È quasi come se Eduardo invitasse, ora, gli spettatori ad una maggiore attenzione, a compiere quello stesso sforzo che poco prima aveva spacciato per superfluo. È chiaro, altresì, il riferimento a quell’aspetto della realtà codificato dal suo maestro, Pirandello: l’umorismo. D’altronde, qui a parlare è pur sempre Eduardo.
Da questo punto parte l’idea di messa in scena: l’obiettivo è andare oltre. Trasformare questa “farsa” in vero e proprio “dramma”. Il punto di partenze è lo stimolo che Eduardo invia: prestare una maggiore attenzione al testo, ai personaggi, agli accadimenti; il punto di arrivo è la restituzione di una forma più complessa, articolata e cosciente del dramma attraverso lo studio approfondito della condizione umana di tutti i personaggi – meglio ancora se “persone” – attori di questa vicenda.
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Francesca Calabrese
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