Il canto dell’usignolo
GLAUCO MAURI
musica dal vivo di Giovanni Zappalorto

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conMarco Blanchi
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musiche composte ed eseguite daGiovanni Zappalorto
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percussioniMarzio Audino
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elementi scenograficiMarta Crisolini Malatesta
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produzioneCompagnia Mauri Sturno
Glauco Mauri, accompagnato da Marco Blanchi e dalle musiche composte ed eseguite in scena da Giovanni Zappalorto, sono i protagonisti della serata che attraverso la poesia dei brani tratti da: Enrico V, Come vi piace, Riccardo II, Timone d’Atene, Giulio Cesare, I Sonetti, Re Lear, La Tempesta, danno voce alle immortali opere di Shakespeare, «l’usignolo» che con il suo canto ci parla della vita di tutti noi.
Il titolo scelto, fa riferimento alla breve favola di Gotthold Ephraim Lessing. Un pastore, in una triste sera di primavera dice a un usignolo: «Caro usignolo, perché non canti più?» «Ahimè – rispose l’usignolo – ma non senti come gracidano forte le rane? Fanno tanto tanto chiasso e io ho perso la voglia di cantare. Ma tu le senti?» «Certo che le sento – rispose il pastore – ma è il tuo silenzio che mi condanna a sentirle». Allo stesso modo, Mauri decide di “cantare”, per non condannarci a sentire il tanto gracidare della banalità e della volgarità.