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Le Troiane

In guerra per un fantasma
con IMMA VILLA
regia di Carlo Cerciello

da giovedì 9 a domenica 12 gennaio


Credits
  • da
    “Le Troiane”, “Ecuba” e “Elena” di Euripide, adattamento di Sartre, riscrittura di Seneca
  • regia
    Carlo Cerciello
  • con
    Imma Villa
  • e con
    Mariachiara Falcone, Cecilia Lupoli, Serena Mazzei
  • costumi
    Antonella Mancuso
  • musiche
    Paolo Coletta
  • foto di scena
    Anna Camerlingo
  • aiuto regia
    Aniello Mallardo
  • scene
    Andrea Iacopino
  • costumi
    Laboratorio Donadio
  • video editing
    Fabiana Fazio
  • assistenti
    Anna Orabona, Umberto Ranieri, Luca Russo
  • produzione
    Fondazione Teatro Due/Anonima Romanzi
  • si ringraziano Cesare Accetta, Roberto Crea

La tragedia del 415 a.C. è come un messaggio in bottiglia inviato ai posteri, perché essi non ricommettano gli stessi terribili errori del passato. Quel messaggio, purtroppo, per noi contemporanei è solo carta straccia e oggi, quel testo in cui Euripide denunciava la disumanità e l’ingiustizia della guerra, è poco più che una favoletta, la cui morale sfiora appena le nostre narcotizzate coscienze e svanisce nel nulla.

I frullatori mediatici sono fatti apposta per triturare il tragico, riducendolo ad una pilotabile controversia tra ragione e torto, che si risolve sempre a favore del più forte in campo. Quella di Troia, come tutte le guerre, nacque per interessi economici e di conquista, ma le vittime di quella guerra, incarnate dai personaggi femminili della tragedia euripidea, facili prede della propaganda nemica e accecate dal desiderio di vendetta, non riuscendo a cogliere le reali motivazioni della guerra stessa, insistono nel ritenere Elena l’unica responsabile del conflitto.

Lo stesso Euripide delineò una Elena innocente nella tragedia omonima del 412 a. C. La Tindaride, infatti, non aveva tradito il marito, poiché nel letto di Paride, la dea Era aveva messo un simulacro: la guerra, dunque, si sarebbe combattuta per un fantasma.

Elena, pertanto, è solo un pretesto, una fake news, uno strumento di propaganda guerrafondaia, ma è anche vittima della sua stessa bellezza, l’icona, cioè, di una visione fallocratica che l’ha condannata ad un’esistenza di pregiudizi.

Lo spettacolo è dedicato al già martoriato popolo palestinese, il cui genocidio in atto, è cinicamente giustificato, mistificato e autorizzato dalla propaganda guerrafondaia occidentale.

Lo spettacolo è realizzato nell’ambito del progetto triennale di Formazione, Perfezionamento Professionale e avviamento al lavoro, dedicato agli allievi ed ex allievi del Laboratorio Teatrale Permanente del Teatro Elicantropo.

Durata: 60 minuti

Orari e biglietti