Night stories
coreografie di Michele Merola / Adriana Bolognino
rassegna a cura di Körper – centro nazionale di produzione della danza

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coreografieMichele Merola / Adriano Bolognino
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danzaFilippo Begnozzi, Lorenzo Fiorito, Mario Genovese, Matilde Gherardi, Aurora Lattanzi, Fabiana Lonardo, Giorgia Raffetto, Alice Ruspaggiari, Nicola Stasi, Giuseppe Villarosa
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produzioneMM Contemporary Dance Company
Un dittico composto da due lavori Short Stories e Skrik, firmati rispettivamente da Michele Merola e Adriano Bolognino. Il primo coinvolge i corpi danzanti in un disegno continuo, costruito su quadri generati dal sound della musica live: Natalia Abbascià. I danzatori faranno perdere il senso del confine che separa pubblico e spazio scenico. Skrik invece, si ispira al dipinto L’Urlo di Edvard Munch, opera che ha portato il coreografo a indagare il tema della tragedia, dell’angoscia e della piccolezza dell’uomo nell’immensità dell’universo.
Short Stories coinvolge i corpi danzanti in un disegno continuo, costruito su ripetizioni e differenze, momenti di assoli, duetti e partiture corali, un susseguirsi di brevi storie, quadri generati dal sound della musica live: Natalia Abbascià, che suonerà dal vivo, ha creato una colonna sonora che mette insieme suggestive parti liriche per violino e voce solista. I danzatori faranno perdere il senso del confine che separa pubblico e spazio scenico. I brani che compongono il lavoro si articoleranno come un paesaggio espressivo che lascerà alla soggettività del pubblico la lettura intima dei sentimenti che la danza e la musica suggeriscono.
Il nuovo lavoro di Adriano Bolognino dal titolo Skrik, si ispira al dipinto L’Urlo di Edvard Munch, opera che ha portato il coreografo a indagare il tema della tragedia, dell’angoscia e della piccolezza dell’uomo nell’immensità dell’universo. Spiega lo stesso coreografo: “Il grido sordo del quadro – di cui ho deciso di conservare il titolo norvegese “Skrik”, che fonicamente riporta ad un suono sgradevole, un urto, una scossa – sembra deformare il paesaggio donandoci instabilità e paura, conservando comunque la sua immensa bellezza. Aggrappandomi a questo dualismo che sento vicino, ho voluto creare un momento danzante che possa essere un accumulo senza fiato di tutto il malumore di questi ultimi anni, ma anche arrivare agli occhi del pubblico come una cascata rigeneratrice.”
durata 60 minuti