Rumba
L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato
di e con ASCANIO CELESTINI
da giovedì 14 a domenica 17 novembre
-
di e conAscanio Celestini
-
musicheGianluca Casadei
-
voceAgata Celestini
-
immagini dipinteFranco Biagioni
-
suonoAndrea Pesce
-
luciFilip Marocchi
-
organizzazioneSara Severoni
-
produzioneFabbrica, Fondazione Musica Per Roma, Teatro Carcano
-
distribuzioneMismaonda
-
commissionato dal Comitato Nazionale Greccio 2023 in occasione dell’ottavo centenario del presepe di Francesco a Greccio, 1223 – 2023
-
contributi allo Spettacolo dal Vivo per l’annualità 2023 della Regione Lazio Mismaonda sostegno del Ministero della Cultura, tramite la Direzione Generale Spettacolo, per Progetto Speciale Teatro
Un uomo contro corrente che, pur essendo ricco, scelse non solo di essere povero, ma di farsi servo dei poveri. Un cavaliere che non volle più fare la guerra e che, da frate, in tempo di crociate, si recò in Terra Santa predicando la pace e la fratellanza.
A lui si deve l’invenzione del Presepe, che il santo allestì per la prima volta a Greccio: Nella notte di Natale del 1223 Francesco ha fatto in quel piccolo paese il suo primo presepe. Un bue, un asino e una mangiatoia. Niente altro. Serviva mostrare che Gesù era nato povero. In un paese povero, un posto di poveri».
In scena ci sono Ascanio Celestini che racconta e Gianluca Casadei che suona. Rumba è la terza parte di una trilogia composta anche da Laika (2015) e Pueblo (2017). I due personaggi sono gli stessi in tutti e tre gli spettacoli, vivono in un condominio di qualche periferia e si raccontano quello che gli succede. Nella povera gente del loro quartiere riconoscono facce e destini analoghi a quelli degli ultimi che Francesco ha incontrato otto secoli fa.
Giobbe, magazziniere analfabeta che ha organizzato il magazzino senza nemmeno una parola scritta. Joseph, che è partito dal suo paese in Africa, ha attraversato il deserto, è stato schiavo in Libia e poi naufrago nel mare. Forse si è salvato, ma in Italia è finito in carcere. Appena uscito è stato un facchino, ma adesso è un barbone. Lo zingaro, che ha cominciato a fumare a otto anni e sta ancora lì che fuma, accanto alla fontanella, davanti al bar.
«Ma perché Francesco ci affascina ancora dopo otto secoli? E dove lo troveremmo oggi? Tra i barboni che chiedono l’elemosina nel parcheggio di un supermercato? Tra i facchini africani che spostano pacchi in qualche grande magazzino della logistica?».
Ponendosi queste domande, nei panni del personaggio-narratore, Ascanio Celestini racconta il Francesco di oggi, che trova i propri personaggi in strada, tra le case popolari, tra coloro che, oggi come ieri, nessuno vede: «Guarda in basso, nel parcheggio davanti alla finestra della sua casa popolare. I personaggi sono tanti e condividono lo stesso asfalto, la stessa condizione umana».
Durata: 100 minuti