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Tipo Spettacolo: Danza

Your body is a battleground | Gli amanti

Your body is a battleground, che rimanda all’immagine in positivo/negativo di Barbara Kruger, creata e diffusa per la marcia delle donne di Washington nel 1989, grande manifestazione in favore della libertà femminile di autodeterminazione sul proprio corpo e sull’aborto negli USA, vuole indagare nella coscienza di ciascuno e nella consapevolezza sociale dei ruoli oggi.La donna, da sempre simbolo di fertilità e seduzione, è sicuramente la più soggetta alla strumentalizzazione economica, politica, sociale.
Chi decide cosa deve fare o non fare? Chi decide cosa deve essere o non essere? Qual è l’ideale femminile adesso? Quali più in generale i modelli e gli ideali umani?

“Per quanto tempo resterai nascosto dietro una statua d’argilla?”
Calchi perfetti che mostrano le vittime nella posizione in cui morirono. Dal 79 d.C., così per l’eternità. Prendendo spunto dal calco de “gli amanti”, la creazione vuole riportare alla luce un amore interrotto improvvisamente dalla forza prepotente della natura, ma custodito in eterno. Eterno è l’abbraccio in cui i due amanti sono stati ritrovati e al tempo stesso rinchiusi. Si è ipotizzato fossero un uomo e una donna, una madre ed un figlio, due giovani uomini. Il calco è rimasto nascosto al pubblico per anni, nella vana attesa di sciogliere ogni dubbio sulla loro identità. Quel che è certo, è che l’amore li tiene uniti da oltre2.000 anni, vincendo la morte. Lasciamo all’immaginario degli spettatori il sogno di un amore assoluto.
Chiunque essi siano stati, visitiamoli.

 

 

MDMA

Questo lavoro parte da tutte quelle sensazioni che ho provato, da solo, in una sala cinematografica di periferia, attratto dalla curiosità che la pubblicità sui manifesti suscitava in me. È un omaggio al cinema di Dario Argento, autore che ho incontrato nella mia adolescenza e durante la crescita mi ha accompagnato per anni, facendomi appassionare al suo mondo.

È iniziata una ricerca in profondità, dentro il mio lato oscuro e in parte segreto, per rivelare tutte le sensazioni difese e custodite negli anni. Vorrei riuscire a trasformare le atmosfere da lui create nei suoi film in una danza che tiene conto del corpo come elemento insostituibile, e della mente, che è la vera protagonista principale di tutte le diverse umanità da lui raccontate nei suoi film. Un corpo che stimola, tocca e provoca piacere ma può anche soffocare, stringere e uccidere in un sadico dualismo umano e selvaggio, capace di raccontare un mondo di follia e solitudine. Il corpo dei performer attraverserà tutte le forme artistiche che caratterizzano l’estetica di Dario Argento: sarà mansueto e selvaggio, vittima e carnefice, avvolto dal piacere fisico e fiero nella sua nudità. Cercherò di trattare tutte le deviazioni della mente umana descritte nei suoi film e trasportarle nella realtà contemporanea. Mi piacerebbe anche trasformare l’ambiente visionario dei suoi film, in atmosfere rarefatte dove il corpo diventa oggetto dei suoi incubi, trasformandosi nell’architetto di sé stesso.

Night stories

Un dittico composto da due lavori Short Stories e Skrik, firmati rispettivamente da Michele Merola e Adriano Bolognino. Il primo coinvolge i corpi danzanti in un disegno continuo, costruito su quadri generati dal sound della musica live: Natalia Abbascià. I danzatori faranno perdere il senso del confine che separa pubblico e spazio scenico. Skrik invece, si ispira al dipinto L’Urlo di Edvard Munch, opera che ha portato il coreografo a indagare il tema della tragedia, dell’angoscia e della piccolezza dell’uomo nell’immensità dell’universo.

Short Stories coinvolge i corpi danzanti in un disegno continuo, costruito su ripetizioni e differenze, momenti di assoli, duetti e partiture corali, un susseguirsi di brevi storie, quadri generati dal sound della musica live: Natalia Abbascià, che suonerà dal vivo, ha creato una colonna sonora che mette insieme suggestive parti liriche per violino e voce solista. I danzatori faranno perdere il senso del confine che separa pubblico e spazio scenico. I brani che compongono il lavoro si articoleranno come un paesaggio espressivo che lascerà alla soggettività del pubblico la lettura intima dei sentimenti che la danza e la musica suggeriscono.

Il nuovo lavoro di Adriano Bolognino dal titolo Skrik, si ispira al dipinto L’Urlo di Edvard Munch, opera che ha portato il coreografo a indagare il tema della tragedia, dell’angoscia e della piccolezza dell’uomo nell’immensità dell’universo. Spiega lo stesso coreografo: “Il grido sordo del quadro – di cui ho deciso di conservare il titolo norvegese “Skrik”, che fonicamente riporta ad un suono sgradevole, un urto, una scossa – sembra deformare il paesaggio donandoci instabilità e paura, conservando comunque la sua immensa bellezza. Aggrappandomi a questo dualismo che sento vicino, ho voluto creare un momento danzante che possa essere un accumulo senza fiato di tutto il malumore di questi ultimi anni, ma anche arrivare agli occhi del pubblico come una cascata rigeneratrice.”

durata 60 minuti

 

Ballade

Un racconto corale, un ritratto a tutto tondo degli anni Ottanta, decennio che ha ormai perso i suoi confini temporali per diventare simbolo di un’epoca. Una narrazione per immagini musicali che recupera le sensazioni di una generazione, le sue euforie cancellate, le insensatezze collettive, “i sogni buttati a mare”, ma che nello stesso tempo rilancia anche lo stile di vita di quegli anni, i profumi della vitalità e la densa creatività artistica sperimentale che caratterizzavano una società in rapida evoluzione, che si andava trasformando via via al passo con gli impeti della condivisione e l’ansia del cambiamento.
Un lavoro allestito senza artifici, interpretato dai danzatori della MMCDC e cucito su una drammaturgia musicale strutturata sulle tensioni e le visioni di quegli anni, che attinge da autori diversi protagonisti di quel periodo, da Prince all’anarchica genialità di Frank Zappa, alla poesia profonda di Leonard Cohen, sino all’estetica punk ed esistenziale dei CCCP.

La coreografia trae anche ispirazione da una delle voci letterarie più significative dell’epoca: vuole essere un omaggio allo scrittore Pier Vittorio Tondelli, che in quegli anni operò e produsse i suoi maggiori capolavori. Attraverso una narrazione astratta, la partitura coreografica dà vita ad uno spazio della memoria e del sentimento dove l’uomo, spogliandosi del suo guscio e della corazza che lo accompagna, ritrova il suo corpo vivo e vulnerabile. Un viaggio che ci porta a scoprire il dolore, l’amore, l’abbandono e la rinascita. Un viaggio simbolico alla ricerca incessante di una nuova rinascita collettiva dove la bellezza arricchisce e guida il nostro cammino.