C’ERA UNA VOLTA
MANUALE DI SOPRAVVIVENZA PER IMMAGINI
testo e regia Noemi Francesca
con Michelangelo Dalisi, Noemi Francesca

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testo e regiaNoemi Francesca
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conMichelangelo Dalisi, Noemi Francesca
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sceneCristiano Carotti
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luciCarmine Pierri
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aiuto regia e dramaturgRiccardo Festa
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direttrice di scenaTeresa Cibelli
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datrice luciDesideria Angeloni
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datore videoDaniele Rosselli
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testo vincitore del premio Nuove sensibilità 2024
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nell’ambito della collaborazione tra i Premi Leo de Berardinis, promosso dal Teatro di Napoli, e Nuove Sensibilità 2.0, promosso dal Teatro Pubblico Campano
Cosa muore anzitutto quando qualcuno muore? C’è una particolare forma di trascendenza chepotremmo quasi definire-mutuando l’espressione dalla tecnica cinematografica -una soggettiva,l’unicità di una postura alle prese con la scelta costante di decidere dove posare lo sguardo, cosa mettere a fuoco, dove soffermarsi, cosa lasciare fuori campo. C’era una volta. Manuale disopravvivenza per immagini è il tentativo di evocare lo spegnersi di uno sguardo sul mondo, è la
soggettiva di un uomo nella fase terminale della sua vita, alle prese con la veglia di parenti e amici,con gli ultimi sorrisi, gli ultimi saluti, gli ultimi sguardi, appunto. L’incombenza della fine sradica lalinearità del tempo, percepito qui come una parentesi nel tempo ordinario, come un in più di tempo,un in più di vita, dove il passato riemerge nella radicalità di un’eco ancora presente, in una forma
mitica che suggerisce la lontananza dal mondo concreto della realtà di tutti i giorni. Lo spettacolo sidispiega “come fosse” un film che al suo interno recupera il linguaggio privato del filmato di famiglia e lo fa reagire con quel particolare mito rappresentato dalla fiaba. Nella prima infanzia, le fiabe, tutte le fiabe, arrivano in soccorso per aiutare a restituire senso al vissuto di incertezza che può colpire un bambino alle prese con le prime tortuose esperienze del suo cammino. E se fosse così all’inizio come alla fine della vita? Se in prossimità della morte si potesse riscrivere il senso della vita alla luce di un’avventura? Ed è così che nella rappresentazione di questo fine vita, parenti e amici evocano la presenza di personaggi fiabeschi, assumono agli occhi del morente quel particolare aspetto come sintesi ultima di una vita vissuta insieme, di un’avventura condivisa, facendo riemergere la memoria di un passato che, fondendosi a un presente incerto, crea l’immagine di un istante eterno e circolare, dell’unione impossibile dell’essere ancora col non essere più.
Noemi Francesca