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Giacomo

Un intervento d’arte drammatica in ambito politico
progetto Elena Cotugno e Gianpiero Alighiero Borgia
testi di Giacomo Matteotti, con interruzioni d’Aula

sabato 2 e domenica 3 marzo


Credits
  • progetto
    Elena Cotugno e Gianpiero Alighiero Borgia
  • testi di
    Giacomo Matteotti, con interruzioni d’Aula
  • drammaturgia di
    Elena Cotugno e Gianpiero Borgia, dai verbali delle assemblee parlamentari del 31 gennaio 1921 e del 30 maggio 1924
  • con
    Elena Cotugno
  • costumi
    Giuseppe Avallone
  • artigiano dello spazio scenico
    Filippo Sarcinelli
  • ideazione, coaching, regia e luci
    Gianpiero Borgia
  • Produzione
    TB e Artisti Associati Gorizia
  • con il sostegno della
    Presidenza del Consiglio dei Ministri
  • durata
    70 minuti

Giacomo vuole porre in risalto il discorso politico di Matteotti, mettendo a confronto due dei suoi interventi in Parlamento: quello del 31 gennaio 1921, in cui denuncia le connivenze tra le forze politiche borghesi e le squadracce fasciste, e quello del 30 maggio 1924, l’ultima seduta a cui Matteotti partecipò prima di essere assassinato, in cui contesta i risultati delle elezioni dell’aprile di quell’anno.

Questa tragedia, politica e antispettacolare di TB, consiste nella riproposizione delle parole di Matteotti nella loro nuda e terrificante verità. I principali temi sui quali il lavoro invita a riflettere sono il senso della militanza politica, i diritti di cittadinanza, la possibilità di opporsi alla violenza fascista con il richiamo ai valori di libertà e democrazia, ma anche il ruolo del teatro nella società, in un modo in cui gli ideali diventano opera d’arte.

TB continua il suo percorso di ricerca sulla relazione tra teatro e reale e tra teatro e politica: con questo lavoro vuole portare la parola politica e i temi della democrazia sul palco usando i verbali d’assemblea quali elementi del reale e sintagmi del proprio discorso poetico.

In scena avanzi di democrazia sui quali si arrampica l’esistenza di Matteotti, conficcata nel suo ruolo politico, come la Winnie dei Giorni Felici di Beckett è conficcata nella sabbia, da cui non può liberarsi e da cui sente il dovere di non liberarsi.

Elena Cotugno e Gianpiero Borgia sviluppano un lavoro sul ruolo lontano dalla tradizione italiana della maschera, sia parodistica sia documentaristica. Qui si confrontano col documento storico, col discorso politico e non con il dramma di finzione; il tentativo che l’attrice compie in scena è quello di autoindursi uno stato alternativo di coscienza attraversando il discorso matteottiano con il lavoro sui punti energetici del corpo e sulla proiezione di vettori fonetici.

Così la parola diventa strumento di attivazione di un flusso energetico sempre vivo. Al cospetto del pubblico, testimone dell’azione, la performance, grazie a questo parossistico training d’attrice, si trasforma in un autentico rito teatrale con il quale l’attrice dà il suo “corpo laico” alle parole di Giacomo Matteotti.

Giacomo Matteotti [22 maggio 1885 – Roma, 10 giugno 1924] è stato il segretario del PSU dal 1922 al 1924, prima della presa del potere da parte del regime fascista in Italia. Fu studioso di diritto penale e di pubblica finanza; organizzatore di leghe bracciantili, amministratore e sindaco di alcuni comuni del Polesine, deputato per tre legislature. Apostolo di verità e di ragione, esempio di coraggio morale e fisico, morì il 10 giugno 1924, a 39 anni, per mano di una banda di fascisti per ordine di Benito Mussolini.